SACMI: Design, Engineering And Construction Of Machines And Equipment for the Production of Lithium Ion Battery Powder Materials
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7 November 2024La tedesca Manz realizza macchinari per la produzione di vari articoli, tra i quali le batterie. Nel corso di E-TECH EUROPE 2024 abbiamo intervistato Luca di Silvio, capo delle vendite della divisione italiana. Il manager ci ha illustrato passato, presente e futuro dell’azienda.
Com’è nata la vostra società?
Bisogna tornare indietro agli anni Sessanta, quando a Sasso Marconi (BO) fu fondata la Qtronics, azienda destinata alla produzione di condensatori. Dopo dieci anni di attività, venne creata una divisione interna con il compito di progettare e realizzare i macchinari per le sue necessità industriali. Grazie all’esperienza acquisita, nel 1986 questo ramo d’azienda ampliò il proprio raggio d’azione alla produzione di batterie, soprattutto agli ioni di litio, un settore che all’epoca rappresentava una nicchia di mercato. Alla fine degli anni Novanta la partnership con uno dei più grandi produttori al mondo, una società coreana, le consentì di ampliare le proprie conoscenze realizzando linee di produzione di nuova concezione. Nel 2007 la Qtronics venne venduta all’americana Kemet e sette anni dopo la divisione meccanica dell’azienda fu scorporata e ceduta alla multinazionale tedesca Manz che ancora oggi si occupa di manifattura e assemblaggio di macchinari per svariati settori, tra i quali l’energy storage, che rappresenta il suo core business.
Dove ha sede e come è organizzata la Manz?
Il suo quartier generale è a Reutlingen, vicino a Stoccarda, non lontano da altri grandi produttori automotive. È organizzata con altre tre succursali che sono le prototyping companies: una è rappresentata dalla sede italiana, la Manz Italy, che sempre a Sasso Marconi realizza prototipi per macchinari per la realizzazione di celle, mentre in Germania, a Tübingen, è dislocato il centro di competenza laser e in Slovacchia (Nove Mesto nad Vahom) un impianto per la produzione di linee di assemblaggio moduli.
Dove sono concentrate maggiormente le vostre attività?
Pur essendo una multinazionale impegnata a livello globale negli ultimi anni abbiamo sposato totalmente la volontà di costruire una rete industriale europea per le batterie; l’abbiamo fatto aderendo a un progetto UE molto importante che si chiama IPCEI (Important Project of Common European Interest) “European Battery Innovation” che ha lo scopo di realizzare una filiera produttiva nel Vecchio Continente puntando sulla capacità di fare network e sulla sostenibilità.
Chi sono i vostri principali clienti?
I produttori di batterie, ovviamente, ma non soltanto. Molti OEM (Original Equipment Manufacturers), infatti, pur comprando al momento le batterie dai top player del settore hanno necessità di acquisire velocemente un know how interno in questo ambito, riducendo la dipendenza dai vari fornitori, dal momento che quella degli accumulatori rappresenta una tecnologia fondamentale per le vetture elettriche. Vendiamo prodotti standardizzati, ma anche tailor made, per rispondere alle specifiche esigenze dei clienti. A questi affianchiamo inoltre una serie di servizi. Non a caso, aderendo al progetto IPCEI abbiamo assunto altre 30 persone: non solo ingegneri, tecnici e informatici, ma anche chi ha competenze di elettrochimica e di processo così da fornire il necessario affiancamento soprattutto alle aziende che partono adesso.
Nel vostro business quanto pesa la mobilità elettrica?
Assorbe circa il 70% delle nostre attività. Riteniamo, infatti, che in questo momento l’automotive sia predominante rispetto ad altri segmenti, anche perché detta le linee guida del settore. Ma attenzione a non generalizzare, perché l’elettrificazione non coinvolge solo il campo della mobilità. Una delle frasi che maggiormente sintetizza la situazione attuale, contenuta in una delle direttive dell’UE, recita grosso modo: “in questo decennio tutto ciò che potrà essere elettrificato lo sarà”. Ovviamente in modo sostenibile (dal punto di vista ambientale, tecnologico ed economico). È dunque ora che si gioca la partita della transizione energetica e c’è spazio per tutti: dall’energy storage all’agricoltura, dalla logistica all’industria. L’elemento batteria viene spesso sottovalutato in questo enorme processo di trasformazione. Nel momento in cui tutta la parte meccanica tradizionale verrà meno, gli accumulatori assumeranno un ruolo determinante. Anche da un punto di vista occupazionale.
Quanto è importante investire in ricerca e sviluppo?
È essenziale e ritengo non solo per la nostra azienda, ma per tutta la filiera della batteria. Soprattutto in Europa, dove abbiamo due possibilità: copiare l’esperienza asiatica, perdendo in partenza, oppure ricorrere a una produzione realmente sostenibile, dal punto di vista ambientale (circolarità, riciclo), ma anche sociale. Tutto questo senza R&D non è possibile. E servono anche adeguati investimenti pubblici a supporto del settore. Un processo in cui anche la digitalizzazione assume un ruolo chiave. Attualmente mancano 800 mila profili che potrebbero già essere impiegati nel settore: chimici, tecnici, ingegneri, informatici.
Dove ci porterà il progresso tecnologico nel breve-medio periodo?
Per quanto riguarda le batterie c’è un grande interesse verso quelle allo stato solido, che avranno maggiore capacità, minor peso e si ricaricheranno molto più velocemente. La sperimentazione, dunque, sembra andare in quella direzione. Anche se secondo molte aziende – inclusa la nostra – occorre partire dalle produzioni di massa, con prodotti già testati, affidabili, sicuri e stabili, pur procedendo parallelamente con la sperimentazione. Poi è importante la standardizzazione. Un obiettivo non facile da raggiungere anche perché il mondo dell’auto va dalle citycar alle hypercar, ovviamente con esigenze molto diverse. Siamo comunque molto soddisfatti della nostra presenza a E-TECH EUROPE 2024 che, anche grazie all’ampia offerta di conferenze, si conferma una fiera importante per fare network e scambiare esperienze.
Scopri Manz: www.manz.com