STÄUBLI: IL SEGRETO DELLE CONNESSIONI
8 November 2024In tema di transizione ecologica e mobilità green uno dei settori in maggiore espansione è quello delle batterie. Filiera che annovera tra i propri player Sovema Group, specializzata nella progettazione e realizzazione di macchinari per gli accumulatori. Nell’ambito di E-TECH EUROPE 2024 abbiamo fatto una chiacchierata con Irene Trentini, membro del marketing department dell’azienda di Villafranca di Verona.
Com’è nata la vostra società e quali sono le vostre specificità?
Il Gruppo Sovema è nato 55 anni fa come spin-off di una fabbrica di batterie e da allora ha acquisito una lunga esperienza nella progettazione e realizzazione di macchinari per la produzione di accumulatori. Per gran parte della nostra storia abbiamo costruito linee per le batterie al piombo acido, un settore nel quale siamo in grado di fornire al cliente stabilimenti chiavi in mano. Da 15 anni a questa parte ci siamo affacciati anche ad altri prodotti, quali le batterie al litio, specializzandoci nell’assemblaggio e nella formazione delle celle. Dal 2022, poi, siamo entrati a far parte del gruppo austriaco Andritz che riunisce 280 aziende nel mondo (con un fatturato di circa 10 miliardi di euro) con l’obiettivo di fare sistema per entrare nel business delle varie gigafactories che stanno nascendo in Europa e negli Stati Uniti. Un settore che finora ha visto la leadership dei produttori asiatici.
Quanto pesa la ricerca in questo settore?
Va da sé che sia determinante in un comparto che è fortemente proiettato al futuro. Operando in tutti i tipi di applicativi, Sovema Group investe tantissimo in R&D. Con tutto il nostro know how manteniamo la produzione di linee di laboratorio che abbiamo installato in molti centri di ricerca oltre che nelle sedi di vari produttori in Europa e negli Usa. Sono attività che non hanno un’elevata produttività, ma sono fondamentali per supportare la ricerca di nuovi materiali e per migliorare le performance nel mondo delle batterie al litio e delle celle. Abbiamo venduto anche alcune linee per la produzione di prototipi di batterie allo stato solido e partecipiamo a vari progetti finanziati dall’Unione Europea che si occupano di queste tematiche.
Come si pone il mercato italiano rispetto al resto d’Europa riguardo a elettrificazione e mobilità green?
Storicamente ragioniamo in termini globali operando in una nicchia che geograficamente è trasversale, distribuita ovunque nel mondo. Nello specifico, per quanto riguarda le batterie al litio i nostri clienti sono prevalentemente in Europa e negli USA. Ne abbiamo qualcuno anche in Italia, ma il grosso degli investimenti su questo tipo di linee viene effettuato in Germania, Francia, Spagna, Austria, Regno Unito, Nord Europa. Tra l’altro, quello dell’elettrificazione e, più in generale, della transizione energetica, è un tema affrontato a livello europeo, è quindi difficile ragionare limitandoci alla realtà nazionale. Tuttavia, la sensazione è che l’Italia, come sistema Paese, sia un po’ indietro rispetto al resto d’Europa, soprattutto negli investimenti in ricerca e sviluppo. Lavorando con molte università notiamo che in Germania e in altre nazioni c’è una forte presenza sistemica e un supporto istituzionale che spinge la ricerca e gli investimenti in questo ambito, mentre nel nostro territorio ogni ateneo è un’isola a se’ stante, in cui tutto dipende dalla buona volontà dei singoli docenti e nella capacità di raccogliere fondi per portare avanti il progetto. Insomma, non esiste una visione d’insieme.
Quanto pesa la mobilità elettrica nel vostro business?
Il grosso degli investimenti nella produzione di celle è strettamente legato all’automotive e i più grossi player che stanno realizzando le fabbriche più evolute sono tutti direttamente collegati a questo settore. Poi è chiaro che ci sono tante altre applicazioni legate, per esempio, all’energy storage, ma la parte più rilevante deriva proprio da tutto ciò che ruota attorno alla mobilità sostenibile. Poi, guardando in prospettiva, bisognerà vedere se tutte le previsioni – soprattutto per quel che riguarda le tempistiche – saranno confermate.
Dove ritenete possa arrivare lo sviluppo tecnologico delle batterie nel medio periodo?Sebbene sia un settore che cresce molto velocemente, il know how tecnologico relativo alla produzione di batterie è ancora in una fase embrionale. Inoltre, per metterci al pari con la concorrenza siamo chiamati in Europa a realizzare in tempi stretti quello che in Asia hanno raggiunto nell’arco di vent’anni. È un’impresa ardua che porterà a una selezione naturale fra le aziende che si affacciano oggi in questo settore.
Quali sono dunque le vostre sfide e i vostri obiettivi?
Riuscire a fornire una proposta di valore, sufficientemente forte da supportare la domanda quando il mercato sarà partito a pieno regime. È un’industria molto giovane e c’è tutto un comparto produttivo che deve riconvertirsi. Trovandoci a monte della filiera abbiamo il compito di guadagnarci la fiducia delle aziende che si affacciano in questa nicchia e devono scegliere se rivolgersi a un produttore di macchinari più lontano, con tutti i limiti che ciò comporta, che però ha già sviluppato l’applicativo necessario oppure rivolgersi ad altri più vicini che non hanno il prodotto pronto, ma con i quali possono avere dei vantaggi a lungo termine. È un momento molto frenetico e questa è una partita che si gioca anche sui tempi. In questa fase il finanziamento pubblico può sicuramente aiutare le aziende contrastando l’avanzata asiatica.
Tornando al presente, quali sono le vostre impressioni su E-TECH EUROPE 2024 e quali le vostre aspettative?
È il terzo anno che partecipiamo a questa fiera e, anche in E-TECH EUROPE 2024 abbiamo notato un grande fermento, sebbene mantenga ancora un’impronta fortemente orientata alle presenze industriali italiane. Speriamo che nelle prossime edizioni possa assumere un respiro un po’ più internazionale. Eccezionale l’offerta di convegni e conferenze, tutti molto interessanti. In definitiva siamo molto soddisfatti perché, da espositori, il nostro ufficio tecnico è riuscito a trovare delle soluzioni implementabili sui nostri sistemi.
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